JINSHANLING-SIMATAI 3.30H (HOW TO)

Dopo quattro giorni di procrastinazione, questa mattina abbiamo deciso di non pensarci troppo e partire. Ovviamente ieri avevamo dimenticato di mangiare, quindi a mezzanotte ci siamo ritrovati seduti al ristorante di fronte a melanzane in agrodolce, spinaci impastellati, anatra al peperoncino, riso saltato e tanta birra cinese. Non prima delle due eravamo a letto. In piedi alle 7. Appena saliti sull’autobus ci siamo addormentati, la sveglia è arrivata a scossoni da parte di un omino che ci comunicava di essere arrivati alla nostra fermata. Rotolati giù con ancora gli occhi semichiusi, ci siamo subito trovati nel mezzo di una trattativa spinta su costi e modalità di trasporto. Non eravamo esattamente nel posto in cui pensavamo di essere e i cinesi sono dei veri commercianti. Dopo dieci minuti un’automobile ci scortava verso il punto di accesso alla muraglia. Nel dubbio contiamo i soldi e ci accorgiamo che non sarebbero bastati nemmeno per pagare l’autista. Non ci sono bancomat. Non ci pensiamo e partiamo gambe in spalla. E’ mezzogiorno, non abbiamo fatto colazione e non abbiamo soldi per il pranzo. Ci incamminiamo verso la cima con tre banane e un pezzo di formaggio comprati in Mongolia e rimasti da allora nello zaino, avanzi di acqua naturale e the freddo al gelsomino. Abbiamo fame già prima di partire. Decidiamo di resistere fino a circa metà percorso, dopo un paio d’ore di gradini e salite scegliamo una torretta con veduta commovente per consumare il nostro pranzo, in vista delle salite finali. Scopriamo che banane e formaggio sono ammuffiti e ora giacciono intoccati ai piedi della muraglia, insieme al nostro appetito. Fa niente, ripartiamo e portiamo a termine il percorso saltellando leggeri sugli ultimi gradini. Riusciamo a pagare il passaggio tirando fuori degli euro che non sapevamo nemmeno di avere. Rientrati a Pechino ci buttiamo sotto la doccia. La cena è pantagruelica. Un giorno che non dimenticheremo facilmente.

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