56 ore sono tante nella carrozza n. 0, la diciottesima ed ultima del convoglio, la terza classe. C’è sempre qualcuno in movimento, chi scende e chi sale, ma soprattutto c’è chi resta e diventa, ora dopo ora, parte integrante dell’ambientazione, insieme a sedili, cuscini, coperte, bollitori e quant’altro.
C’è la sgualdrina che passa il viaggio con pose lascive nel locale fumo aspettando ogni qualsiasi avventore; il giovane tossico che viene portato a braccia sul suo lettino e ci dorme 20 ore nudo, prima di riuscire a riassumere la posizione eretta; il russo ubriacone coccolato dalla troppo paziente moglie coreana mentre tutto il vagone si augura che riesca a non vomitare; il diciottenne in partenza per il militare assistito dalla madre che seppur russa ha dovuto imporsi una respirazione controllata negli ultimi km di viaggio; il cinese risucchia arance che da solo pare un’orchestra intera ma senza mai parlare; il playboy che allieta la comitiva con il suo smartphone pieno di mp3; il mangiatore di salame senza un braccio dell’ultima cuccetta che si accompagna con un ragazzo isterico e gran fumatore dall’occhio bendato; il gruppo dei lottatori di sumo in prima cabina di dubbia provenienza mongola/bulgara, costantemente a fagocitare pietanze; il giovane in tuta con tutti i denti d’oro; la capo vagone che non ha mai smesso di lavorare per 56 ore, con vari cambi d’abito in base alla mansione, unica russa al di fuori di un film porno in grado di sorridere amorevolmente al prossimo. Ci sono addirittura due ital’yanskiy!
























Quando torni, ti consiglio di leggere Senior Service di Carlo Feltrinelli (se non lo conosci già). Oltre ad essere un libro bellissimo che narra la vita di Giangiacomo, trovi il racconto della vicenda rocambolesca per pubblicare il Dottor Zivago in Italia. Buon viaggio! 😀